Il Napoleone di Notting Hill by Gilbert Keith Chesterton

Il Napoleone di Notting Hill by Gilbert Keith Chesterton

autore:Gilbert Keith Chesterton [Chesterton, Gilbert Keith]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Romance, Classics, Humorous, Foreign Language Study, English as a Second Language
ISBN: 9788867086016
Google: ROTDDAAAQBAJ
editore: Edizioni Lindau
pubblicato: 2016-08-24T22:00:00+00:00


LIBRO QUARTO

1

La Battaglia dei lampioni

Il signor Buck che, sebbene in pensione, si recava spesso nel suo grande negozio di tappezzerie nella strada principale di Kensington, fu l’ultimo ad andar via e stava chiudendo i locali. Era una splendida serata verde e oro, ma questo non lo impressionò particolarmente. Se qualcuno glielo avesse fatto notare, lui avrebbe concordato seriamente, perché i ricchi desiderano sempre essere un po’ artisti.

Uscì all’aria fresca, abbottonandosi il soprabito giallo chiaro e soffiando grossi sbuffi di fumo dal sigaro, quando una figura gli si presentò davanti, anch’essa in soprabito giallo, ma sbottonato e svolazzante.

«Salve, Barker! – disse il tappezziere. – Qualcuno dei nostri articoli estivi? Troppo tardi. Leggi sull’industria, Barker. Umanità e progresso, ragazzo mio».

«Oh, non dite chiacchiere» urlò Barker pestando i piedi. «Siamo stati battuti».

«Battuti? E da che cosa?» chiese Buck disorientato.

«Da Wayne».

Per la prima volta Buck guardò il volto bianco e feroce di Barker che luccicava alla luce del lampione.

«Venite, beviamo qualcosa» aggiunse.

Si trasferirono in un buffet pieno di cuscini e luci abbaglianti, e Buck si sedette lento e pigro tirando fuori il suo astuccio di sigari.

«Fatevi una fumata» disse.

Barker era ancora in piedi e in uno stato di profonda agitazione; tuttavia, dopo aver esitato qualche istante, si sedette in una posizione tale che avrebbe potuto scattare di nuovo in piedi un minuto dopo. Ordinarono da bere in silenzio.

«Com’è successo?» chiese Buck, rivolgendogli i grandi occhi arroganti.

«Come diavolo faccio a saperlo? – urlò Barker. – È successo come… come in un sogno. Come fanno duecento uomini a sconfiggerne seicento? Com’è possibile?».

«Be’ – fece Buck freddo, – come hanno fatto? Voi dovreste saperlo».

«Non lo so, non sono in grado di descriverlo» rispose l’altro tamburellando con le dita sul tavolo. «Credo che sia andata così. Noi eravamo seicento e marciavamo con quelle dannate alabarde di Auberon… le uniche armi in nostro possesso. Marciavamo in fila per due su per Holland Walk, fra due alte palizzate che mi sembrava andassero dritte come una freccia verso Pump Street. Io mi trovavo quasi in coda alla fila, che era lunghissima. Quando la coda era ancora fra le alte palizzate, la testa stava già attraversando Holland Park Avenue ed è andata a finire nella rete di stradine dall’altra parte, mentre la coda, me compreso, usciva dal grande incrocio. Quando anche noi abbiamo raggiunto il lato nord e abbiamo svoltato in una strada stretta e contorta che porta a Pump Street tutto è apparso diverso. Le strade deviavano e curvavano a tal punto che la testa della fila sembrava completamente persa: avrebbe potuto trovarsi perfino in Nord America. E in tutto questo tempo non abbiamo visto anima viva».

Buck, che intanto picchiettava oziosamente il sigaro sul posacenere, cominciò di proposito a muovere la cenere sul tavolo disegnando una specie di mappa fatta di impalpabili righe grigie.

«Tuttavia, sebbene le stradine fossero tutte deserte (il che mi dava un tantino sui nervi), via via che ci addentravamo in esse cominciò ad accadere qualcosa che non riuscivo a capire. A un certo punto, molto più avanti,



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